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cryx al lavoro

Alla fine mi sono deciso pure io a fare la registrazione della realizzazione di una tavola intera. In questo video sono concentrati in poco meno di 4 minuti, circa 3 ore di lavoro.

Ho voluto registrare ogni fase della realizzazione della tavola, completamente in digitale, comprese incertezze ed errori. Dovendo concentrare in pochi minuto tutto il lavoro, ho dovuto velocizzare le varie fasi fino a 50 volte la velocità originale. Ho tagliato tutte quella parti in cui aggiusto i livelli e le cartelle che li contengono oppure dove girello indeciso tra gli strumenti di Clip Studio.

The Flippies è una striscia che si basa su gabbia fissa di 4 vignette di cui, la prima, leggermente ridotta per far spazio al titolo/logo; pochi personaggi fortemente caratterizzati che si muovono negli stessi ambienti in stile sit-com. Lo stile dev’essere fresco e immediato, senza troppi fronzoli e, spesso, mi ritrovo a riutilizzare schizzi, personaggi e sfondi.

In questo video si vedono le tre fasi di lavoro: sketch, inchiostrazione e colorazione che si mescolano tra loro in uno schema non fisso. L’unica parte del lavoro non presente è quella relativa allo studio della sceneggiatura, scritta dal buon Filippo Pieri: ovvero quando visualizzo, nella mia testa, le varie vignette della tavola. E’ in quella fase che decido, ad esempio, quanti e quali sfondi sono necessari – in questo caso due di cui uno realizzato ad hoc e l’altro recuperato da un’altra tavola – la posizione dei personaggi, il loro senso di ingresso e uscita etc etc. Salvo poi avere dei ripensamenti e cambiare in corso d’opera.

Superata la fase di studio, di base comincio con lo sketch generale della tavola per capirne gli ingombri e il ritmo. Di solito faccio due sketch: uno approssimativo che serve solo per gli ingombri e i volumi e il successivo per dettagliare. Poi passo a inchiostrare e colorare. Tendo a tenere i livelli ben separati (sfondi e personaggi) per poter intervenire nel loro posizionamento anche in un secondo momento. Alla fine aggiungo il lettering,

Per la striscia The Flippies, per la prima volta, ho usato una scheda personaggi in cui i protagonisti principali sono disegnati in alcune pose guida con tutti i colori in bella evidenza. Di solito sono molto più cialtrone e uso vecchie tavole come modello. La scheda la si vede comparire spesso nell’angolo in alto a sinistra. Devo riconoscere che un metodo di lavoro molto efficiente che cercherò di utilizzare il più possibile d’ora in avanti.

Hang loose!

Ma chi me l’ha fatto fare!

Considerazioni a caldo su Lucca Comics 2019 in ordine sparso:

  • essendomi, sinceramente, rotto le balle dei like e dei social in generale, volevo guardare in faccia la gente che sfogliava il mio libro. Ci volevo parlare, capire se funzionava. Ecco perché ho deciso di presidiare il più possibile lo stand di Sbam! (5 giorni su 5 anche se il penultimo ho capitolato dopo pranzo) che pubblicava e presentava il mio nuovo libro “La teoria del divano” (oltre a “Viviane l’infermiera”)… volevo godermela tutta, fino in fondo;
  • ho fatto decine di firmacopie e li ho fatti complessi, non semplici graffi. Ho tentato di fare disegni completi e ben fatti – per quanto fosse possibile farlo in quel casino, col tavolo tremolante, seduto su uno strapuntino – per sottolineare tutto l’impegno che ho messo nella realizzazione del fumetto;
firmacopie in una delle solite foto sfuocate del Pieri
  • la risposta della gente mi ha ricaricato le batterie che erano un po’ spompe ultimamente – sono mesi che non tocco una matita. La gente veniva colpita dalla copertina (segno che è stato indovinato il titolo e la forma della stessa), si avvicinava, sfogliava. La più parte delle volte rimetteva a posto il volume, spesso sorrideva – e io avevo brividi di soddisfazione – talvolta comprava;
  • la crew di Sbam! è stata eccezionale: un Fabio Folla (“Chi è Gomez“) in forma smagliante teneva banco animando lo stand e mordeva al polpaccio il potenziale compratore senza mollarlo, con una tenacia invidiabile; un grandioso Marco Natale (“Bacon“) mi ha mostrato come si disegna e mi ha fatto uno dei più bei complimenti che ho mai ricevuto (mi ha detto che ho il senso dell’animazione, del movimento e dei pesi! AWW); il grande Giorgio Sommacal (“Rapa Nui – l’integrale“) che è una persona squisita e divertentissima – oltre a essere un grande professionista – mi ha regalato un Cattivik coi controfiocchi; il mio socio Filippo Pieri (“Viviane l’infermiera“) che ormai è un amico vero, oltre che socio; e infine Antonio Marangi il boss di Sbam! che ha guidato l’orchestra di cialtroni (parole del Sommacal) da abile maestro;
Sommacal, Natale, Folla e cryx
  • a Lucca non ci torno più! Dopo questa volta, dopo questa ressa, dopo questa pioggia, non mi vedranno più! Lo dico ogni anno, questa volta è diverso però, perché di Lucca Comics non ho visto nulla ma ho passato 5 giorni allo stand, faticosi ma divertenti. In ogni caso non ci torno più!
  • Lucca è strutturalmente insufficiente a sostenere quella cosa che è diventata Lucca Comics & Games: linee ferroviarie a un binario solo, stazioni insufficienti con sottopassaggi troppo stretti, strade anch’esse troppo strette, troppe cose assieme: games, fumetti, film, cosplayers,… più i curiosi che generano code su code col risultato che paghi un biglietto salato per non riuscire a vedere niente per bene;
  • I gabinetti! Mancano i gabinetti cazzo!

Ma chi me l’ha fatto fare!

Adesso vado a nanna perché son cotto e domani si torna a lavorare!
Hang loose

Lucca Comics arrivo!

Ci siamo, manca pochissimo all’evento!

Dire che sono emozionato è poco per una serie di motivi:

  • firma copie: essendo il disegno per me una cosa estremamente “intima”. Ogni disegno per me è una sorta di parto, anche se sono abbastanza veloce, lo faccio e lo rifaccio tantissime volte. Disegnare davanti ad altre persone mi mette un in crisi perché si svelano tutte le mie insicurezze e, di solito, produco cose orrende;
  • la prima volta: è la prima Lucca Comics da autore in assoluto, in uno stand giusto (307 padiglione Napoleoone), circondato dalle persone giuste (i miei editori). La parentesi del 2015 non conta, è solo da dimenticare, affogato negli stand di videogames;
  • ansia da prestazione: essendo nato praticamente sul web (il mio blog di vignette e fumetti vive dal 2004), ogni mia pubblicazione cartacea è sempre passata prima dalla rete e quindi ha sempre avuto un feedback immediato. Questa volta ho voluto provare un esperienza nuova: non ho parlato a nessuno del libro, non esistono preview, non ho mai raccontato il contenuto del fumetto. L’hanno letto in pochissimi. E quindi chissà…

Ci vediamo a Lucca

Hang loose!

“La teoria del divano” sketchbook

Il lavoro dietro un libriccino a fumetti è tantissimo, anche se è un fumetto sgangherato come il mio. Ho cominciato a lavorare sulla “Teoria del divano” a gennaio 2019 e terminato a maggio 2019 per un totale di 5 mesi.

In generale, ai mesi di realizzazione bisogna aggiungere un periodo, talvolta lungo, che serve a pensare alla storia, alla sceneggiatura, fare sketch di prova, studiare i personaggi etc etc. Per questo fumetto tale periodo è stato molto lungo perché la storia sedimentava ormai da tanto tempo. La fase di studio e sketch è stata brevissima invece, dato che i personaggi li conoscevo già benissimo, avendoli usati molte altre volte, l’ambientazione idem. Inoltre, non avendo il colore da stendere, i lavori sono andati avanti più velocemente del solito, secondo il solito schema della figura:

ovvero:

  • sketch: schizzo a matita – lavorando in digitale uso una matita blu, sulla quale poi posso ripassare bene. Di solito faccio diversi livelli di matita, dal più brutale (cerchi e forme per individuare i volumi), al più dettagliato. Usando poi trasparenze diverse costruisco lo sketch. Mi piace vedere tutti i livelli “rozzi“. Questa fase è, di solito, la più lunga con continui ripensamenti, cancellature e indecisioni;
  • ink: inchiostrazione – sopra il livello “rozzo” stendo la china, sempre digitale. Se la fase precedente è stata fatta bene di solito è molto veloce;
  • color: stendo il colore – nel caso di disegno in bianco e nero stendo semplicemente il nero, altrimenti il colore. In questo caso sono toni di grigio;
  • shadows: ombre e luci – per dare volume ai personaggi metto un po’ di ombre e luci, ovviamente solo se esiste il livello colore, altrimenti resta tutto in bianco e nero;
  • final: effetti e balloon – termino con eventuali effetti, in questo caso delle linee cinetiche, e i balloon dove poi andrò a mettere i testi.

L’unico “personaggio” che mi ha messo in difficoltà nella realizzazione del fumetto è stato Willy Wolly: il coniglio. Non sapevo proprio come farlo. Tanto che, per non perdere il ritmo, ho concluso il libro senza disegnarlo. Avevo messo una sorta di placeholder al suo posto in tutte le vignette dove compariva: una cosa molto basica a indicare solo i volumi, nell’attesa di trovare il giusto design. Solo alla fine, una volta trovato il giusto Willy, ho ripreso tutte le vignette in cui compariva e ci ho disegnato il definitivo… magie del digitale!

Hang loose!