Social free

L’esperienza del fumetto “La teoria del divano” è stata importante perché mi ha permesso di capire come lavorare social-free. Un fumetto fatto da capo ai piedi senza mai postare nulla del suo contenuto, senza alcun feedback sui social. Molto rilassante, devo dire.

Il libro è uscito per Lucca Comics 2019 dove ha riscontrato “un certo interesse” (nei limiti della dimensione mia e dell’editore Sbam!). A oggi non ho altre notizie sulla sua penetrazione del mercato, anche perché questo 2020 è stato ed è un anno molto strano.

La forzata clausura di mesi non ha portato una crescita della mia produzione. E dire che di cose, fumettisticamente parlando, ne avrei avute da fare: col buon Filippo Pieri stiamo lavorando al seguito di “Viviane l’infermiera“, sempre edito da Sbam! ed ho allo studio un progetto top secret.

In entrambi i casi, nonostante la produttività sia stata quasi azzerata durante il confinamento – per uno stato mentale non consono alla spensieratezza con cui disegno – i lavori sono andati avanti, anch’essi in modalità social-free. Infatti questo blog è stato piuttosto stitico negli ultimi tempi, come pure le mie pagine social.

Sarà che mi sono un po’ rotto i coglioni di questo meccanismo perverso secondo il quale se non posti non esisti e se non paghi con i tuoi post ci puoi pulire la gabbia dei pappagallini. Internet è stato un formidabile strumento democratico, dove tutti potevano avere le stesse possibilità o visibilità, ma è durato poco. Dopo che ci siamo (auto) consegnati ai social, è andato tutto a farsi friggere.

Però ho deciso di fregarmene e di continuare a “lavorare” in modalità social-free, cercando di spostare l’attenzione sul piacere di realizzare cose, magari imparando nuovi metodi di lavoro, piuttosto che sul feedback della ggente o, peggio, sulle vendite. Il rischio è che nessuno leggerà più i miei fumetti, ma i pochi che li leggeranno saranno consapevoli del fatto che li ho fatti con tanto ammore!

Hang loose

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