Genesi di un divano

Come riportato nelle prime pagine del libro “La teoria del divano“, lo spunto iniziale dell’idea alla base del fumetto, arriva da una chat salvata in documento.

La chat risale a circa 5 anni fa. In una giornata uggiosa mi trovai a scambiare due chiacchiere con un amico lontano. Ero sicuramente in treno, (andando o tornando dal lavoro, non ricordo) dove preferisco la molto più riservata chat rispetto alla classica e rumorosa telefonata.

Una cosa che mi affascina nelle discussioni tra soli uomini è che normalmente hanno un altissimo tasso di testosterone. Di fronte agli amici e una birra siamo tutti capaci di diventare maschi alpha, raccontiamo balle e ci pavoneggiamo esagerando ogni dettaglio, salvo poi… Siamo infantili e anche un po’ coglioni, diciamoci la verità.

Orbene, nel bel mezzo di questa discussione telematica, partita dal racconto dell’ennesimo stupido litigio con la compagna, condita dalle solite sparate da finti maschi dominanti, ecco spuntare la mia improvvisata teoria dell’ultimo baluardo del maschio, contro la prevaricazione quotidiana della femmina. Ho prontamente copiato/incollato la mia idea in un documento, lasciato a candire per 5 lunghi anni nella cartella “IDEE” del mio computer.

Ogni tanto riprendevo questo soggetto aggiungendo idee e osservazioni scaturite dalla vita di tutti i giorni. Anche Willy Wolly, co-protagonista del fumetto, è reale. Alberga da oltre 3 anni nel mio salotto, indisturbato.

Willy Wolly

Mettendo tutto assieme, aggiungendo un pizzico di fantasia e shackerando il tutto, ecco venute fuori le quasi 100 pagine del fumetto.

Hang loose!

p.s. vi svelo un piccolo segreto: il “Carlo” (nome dell’amico di chat citato nella prima pagina) compare in buona parte del libro come spalla, ma non lo dite a nessuno!

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