Commissions

Parere non richiesto sulle commissioni. Dicesi “commissione” quando qualcuno ti paga per un disegno, vignetta, fumetto, etc etc.

Non faccio commissioni. Mai. No, non è proprio vero. Diciamo che Tom’s Hardware mi è ha commissionato la realizzazione di vignette/fumetti (possibilmente) divertenti sul tema tecnologia. Non è proprio così, in realtà. Diciamo che è stata una cosa nata un po’ per scherzo e un po’ per sbaglio. Di fatto, però, realizzo per loro delle storie che seguono un argomento e alcune direttive redazionali, ma ho ampia libertà. Ovvero: disegno quello che mi pare e, soprattutto, quello che mi piace senza necessariamente seguire le richieste del pubblico né, tanto meno, quelle della redazione per somma incazzatura del buon Dario 🙂

E’ una distinzione sottile, direte voi. No! Per me è fondamentale. Per me una commissione è qualcuno che mi dice: “disegnami RainbowDash!”, io rispondo “voglio un bacio con lo schiocco”, lei risponde “ok” – tipica commissione da parte delle mie figlie :-). Dunque tu realizzi un disegno su diretta indicazione di qualcuno che ti paga per farlo. Ecco, questa cosa qua proprio non riesco a farla. Anzi: non la concepisco proprio.

Ognuno è libero di pensare e fare come gli pare. Io la trovo una sorta di “prostituzione artistica”. Vedo un sacco di gente bravissima, ma brava brava brava davvero, fare commissioni su internet per pochi spicci. Detta così è un po’ brutale, perché ci sarebbero un sacco di considerazioni da fare, tra cui la difficoltà di sopravvivere facendo disegni per cui devi arrangiarti in qualche modo. Però nel mio mondo ideale sogno che la gente paghi per vedere quello che fai tu, non quello che la gente vorrebbe tu facessi. E soffro ogni volta che vedo un bravissimo artista pubblicare il proprio listino.

Esulano da questo discorso, naturalmente le collaborazioni artistiche. Come realizzare un fumetto su una sceneggiatura, lavorare con un editore… insomma le cose “importanti” che possono in qualche modo rientrare nella categoria “commissioni”. Ho fatto pochissime cose non mie:

il primo e il terzo sono una sorta di “performance” su storie non mie da interpretare, ma senza indicazioni dell’autore. Il secondo è stata invece la voglia di tentare una cosa da disegnatore vero: disegnare su una sceneggiatura dettagliata scritta da un autore di fumetti vero.

Un eccezione, ma non pagata. Perché mi andava.

Dunque: dal basso della mia condizione di “autore di fumetti per sbaglio” e confortato dal fatto che posso sopravvivere senza disegnare dico no! Non faccio commissioni. Non faccio caricature, non faccio disegnetti per matrimoni, lauree o robe simili. Non ne sono davvero capace. Per me il disegno e le cose che faccio sono il risultato di una strada sofferta, fatta di disegni e ri-disegni, cancellature e fogli di carta appallottolati. Per arrivare al design di me fumetto ci ho messo anni e sono in continua evoluzione. Non sono un “performer” (come dicevo qui tempo fa), non riesco a tradurre in poco tempo l’idea di qualcun’altro, non riesco a fare cose divertenti su persone che non conosco, vado in crisi perfino quando faccio le dediche (poche) sui miei libri.

Quindi se ci provate, riceverete un rifiuto. Rifiuto frutto di incapacità e convinzione. E rispondo così a tutti: amici, parenti e sconosciuti.

Però sono aperto a collaborazioni interessanti, produttive e super-fighe! E mi sciolgo di fronte a “un bacio con lo schiocco” 🙂

Hang loose.

2 Commenti

  1. Capisco quello che dici, ma non condivido affatto quanto dici quando parli di “prostituzione artistica”, ovvero: non è che siccome uno è un disegnatore allora tutto quello che produce la sua matita è ARTE™

    C’è l’arte, e c’è il mestiere, l’artigianato, o come lo vogliamo chiamare.

    Per lo meno io la vedo così

  2. Hai ragione, forse “prostituzione artistica” è un po’ forte. Nel mio mondo ideale vorrei che un bravo cantante non sia costretto a cantare ai matrimoni ma la gente vada al suo spettacolo 😉

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