La lezione di google

Chissà quanti di voi usano google. Comodo no? E-mail, calendario, note, magari pure il telefonino Android sincronizzato. Ed è pure gratis! No, non è gratis, google vi chiede in cambio di “subire” pubblicità. Sono bravi, sono poco invasivi, ma grazie al bombardamento di messaggi tengono in piedi un colosso e voi usufruite dei comodi servizi. Potete certo bloccare la pubblicità, i cookie, fare in modo insomma di non “essere scocciati” (il modo c’è), eppure google vi eroga lo stesso il servizio.

Lo stesso fate con i video, contenuti, news lilly-assistentee perché no, fumetti. Non siete obbligati a leggerli, potete scegliere. Internet è un formidabile strumento democratico. Click e via, guardiamo solo ciò che ci piace. E c’è tanta gente che per passione s’impegna e produce contenuti, solo per la soddisfazione di farlo. No, non si guadagna un soldo. Molti penseranno chissà quali rientri economici. Bugie. I soldi si guadagnano – e nemmeno tanti – con i grandi numeri. Blog super-seguiti, video visti milioni di volte. Il resto zero. Zero assoluto. Eppure la passione spinge un sacco di persone a stare sul pezzo, anche solo per la soddisfazione di vedere il proprio contenuto condiviso decine, centinaia (magari), migliaia (ma quando mai) di volte. Io personalmente disegno per me stesso, per divertirmi, per sfidarmi, per “piacermi”. E provo soddisfazione a condividere con tutti.

Quindi pensateci quando bloccate le pubblicità con AdBlock, oppure evitate accuratamente gli ads pubblicitari. Bloccate una fonte di entrate che, anche se serve a poco, aiuta ripagare i servizi web, oppure ad acquistare le matite, i colori o in generale gli strumenti che servono per produrre i contenuti che vi piacciono. Con gli introiti degli ads non si fanno viaggi alle Maldive e neppure si comprano auto sportive. Garantito!

Quindi “clicckare” di tanto in tanto sugli ads pubblicitari è un buon modo di sostenere le cose che vi piacciono. E non vi costa nulla. Questo vale per i blog, come il mio.

Per Facebook il discorso è diverso. La modalità con cui Facebook “pubblicizza” i post in minima parte è condizionata dai like e condivisioni. Facebook vuole soldi per “spammare” una pagina. Ma mettere like e, soprattutto, condividere, contribuisce a forzare questo sistema. Più condivisioni = più lettori = potenziali followers con effetto esponenziale. Non abbiate timore a condividere e dare like! Attualmente Facebook, almeno in Italia, è il miglior mezzo di diffusione perché conta milioni di utenti, sempre connessi. Per questo spingiamo tutti su quel media.

Tutta questa predica non solo per chiedervi di non dimenticare un piccolo sostegno per me, ma per tutti gli autori in generale. Gli “autori” (parola grossa, ho sempre un po’ di vergogna a pronunciarla per il sottoscritto) si auto-sostengono tra loro. Si scambiano i like sulle pagine. Questo fa si che i followers di una pagina vedano anche quelle degli altri e viceversa nella speranza di aumentare il numero di lettori di tutti. Io sono contento quando vedo pagine che mi piacciono “volare”. Contribuite tutti a questo circolo virtuoso: più followers = più attenzione dagli addetti ai lavori (editori, perché no), che guardano più alla ciccia che al contenuto. Se hai tanti followers sei potenzialmente un successo commerciale. E’ un aiuto indiretto ma importante. Altrimenti un po’ di click sugli ads dei blog dei vari autori fornisce un piccolo contributo diretto, efficace, utilissimo.

Internet è uno strumento libero. Non c’è ancora nessuno che comanda. La rete possiamo modellarla a nostro piacere. Col contributo di tutti. C’è chi è capace di “fare” cose e condividerle, e chi ha in mano l’arma per sostenerlo. Uno scambio equo.

Basta. Adesso torno alle mie matite (digitali) per vedere se riesco a farmi/farvi un po’ di piacere.

Hang Loose.

P.S. Ho dimenticato di dire che la quasi totalità dei web-cartoonist, per vivere, fa un lavoro che non ha quasi mai nulla a che vedere col loro hobby: i web-comics.

 

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